Bastano una mascherina
e un paio di pinne per osservare sotto la
superficie del mare: un tempo che non può
essere impiegato meglio da parte
dell'equipaggio di una barca che sosti
vicino ad un fondale con acque limpide. E'
un'occasione unica per incontrare molte
delle straordinarie creature che vivono a
profondità modesta e che troppo spesso non
si conoscono solo per pigrizia. Ecco una
guida per saperne di più.
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Acetabularia
(Acetabularia mediterranea)
L'ombrellino, del diametro di circa un
centimetro, è costituito da un'unica,
gigantesca cellula. Acetabularia è
un'alga annuale: il cappello si forma
in primavera per cadere poi in tardo
autunno. Cresce sulle rocce in zone
riparate. |
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Calamaro
(Loligo vulgaris)
Il calamaro vive di giorno ad
altissime profondità e risale in
superficie la notte. Si ciba di
piccoli pesci ed anche dei suoi stessi
simili. Nuota muovendo le robuste
pinne laterali o a reazione espellendo
l'acqua dall'imbuto. |
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Castagnola
(Chromis cromis)
Nuvole di castagnole riempiono gli
strati superficiali del nostro mare:
la castagnola vive, infatti, in gruppi
di centinaia di individui che si
librano sopra le rocce del fondo per
catturare i minuscoli crostacei
planctonici. |
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Cetriolo di mare
(Holoturia forskali)
E' facile scorgere il corpo cilindrico
di questo echinoderma nelle praterie
di Posidonia e fra gli scogli. Spesso
ospita, suo malgrado, un pesciolino
parassita. Lungo circa 25 cm, se
irritato espelle dei lunghi filamenti
bianchi e vischiosi. |
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Coda di pavone
(Padina pavonia)
Alga comunissima ed assai
riconoscibile per la sua colorazione
bianca, dovuta all'accumularsi di
calcare nei tessuti. Raggiunge l'apice
del suo sviluppo in tarda primavera,
quando arriva anche ai 20 cm di
diametro. Vive in colonia. |
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Dente di cane
(Balanus perforatus)
Crostaceo sessile che preferisce le
acque superficiali tormentate, filtra
l'acqua con una sorta di rastrello. E'
capace di sopportare l'emersione fra
la bassa e l'alta marea trattenendo
all'interno della conchiglia un po' di
acqua di mare. |
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Donzella maschio
(Coris julis)
I maschi adulti raggiungono i 25 cm.
di lunghezza. Dopo aver rapidamente
cambiato sesso, i neo-maschi impiegano
molto tempo a disfarsi della vecchia
livrea femminile che avevano da
giovani, e dai colori completamente
diversi. |
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Donzella pavonina
(Thalassoma pavo)
La colorazione vivacissima di questo
pesce è legata alle sua trasgressiva
vita sessuale: la donzella è infatti
un pesce ermafrodita, che inizia la
sua vita come femmina per cambiare
sesso, e livrea, con l'eta'. Nella
foto, un maschio. |
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Margherita di mare
(Parazoanthus axinellae)
Celenterato coloniale. Incapace di
costruirsi un proprio scheletro, vive
incrostando le rocce o altri animali
legati al fondale in zone poco
illuminate. Simile per aspetto ad
Astroides calycularis, presente però
solo a sud di Ponza. |
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Occhiata
(Oblada ocellaris)
Non è difficile incontrare gruppi di
centinaia di occhiate sopra le secche
sommerse e le pareti rocciose.
Inconfondibili per la macchia nera
sulla coda, si cibano di alghe e dei
piccoli animali che vivono sulla
roccia. |
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Orecchia di mare
(Haliotis lamellosa)
Comune sotto gli scogli e fra le
pietre, ha una forma inconfondibile.
Sulla conchiglia è presente una serie
di fori, di cui solo gli ultimi cinque
o sei sono aperti: attraverso questi
fori il mollusco fa fuoriuscire delle
protuberanze del mantello a forma di
tentacolo. |
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Pelagia
(Pelagia noctiluca)
Attenzione a questa medusa! I suoi
tentacoli - che possono superare il
metro di lunghezza - sono fortemente
urticanti. Cellule velenose sono
presenti anche sull'ombrella. Se
irritata da corpi estranei, emette una
luce verdastra, visibile con
l'oscurità. |
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Pomodoro di mare
(Actinia equina)
Questa attinia rimane spesso fuori
dall'acqua durante la bassa marea,
eppure riesce a non risentire
dell'esposizione all'aria
richiudendosi su sé stessa e
assomigliando a un pomodoro. Con
l'alta marea apre i tentacoli
scarlatti e urticanti, in cerca di
cibo |
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Polmone di mare
(Rhizostoma pulmo)
Comunissima nelle nostre acque
litorali in estate, può raggiungere 30
cm. di diametro ed oltre un metro di
lunghezza. E' spesso accompagnata da
piccoli sugherelli che si cibano dei
resti dei pesci catturati dalla
medusa. I tentacoli sono solo
lievemente urticanti. |
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Polpo
(Octopus vulgaris)
Caccia di notte e di giorno si rifugia
nella sua tana, riconoscibile per la
presenza, all'esterno, di conchiglie e
di gusci di crostacei di cui è
ghiotto. E' uno degli invertebrati più
intelligenti ed evoluti. Se si carezza
sulla testa arriccia i tentacoli,
felice. |
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Posidonia
(Posidonia oceanica)
E' una fanerogama, una pianta con
fiore e frutti. La Posidonia cresce in
praterie fittissime che offrono riparo
ad una gran quantità di pesci,
crostacei e molluschi. E' il vero
polmone del nostro mare, un ambiente
tanto importante quanto delicato. |
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Riccio "femmina"
(Paracentrotus lividus)
Si ciba di alghe; la notte ritorna
sempre nello stesso punto. Si copre
spesso di detriti, sassolini o foglie
di Posidonia. Raccolto dall'uomo sin
dall'antichità, del riccio "femmina"
si mangiano le cinque gonadi arancioni;
le gonadi maschili, biancastre, sono
poco evidenti. |
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Riccio "maschio"
(Arbacia lixula)
Gli organi riproduttori di questo
riccio non sono commestibili in quanto
contengono una sostanza amara: per
questa ragione lo si ritiene, a torto,
il maschio del Paracentrotus, ma in
verità è una specie diversa. |
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Salpa
(Salpa democratica)
Questo tunicato planctonico
trasparente forma delle catene di
diversi metri di lunghezza, spesso
arrotolate in spirale: decine e decine
di individui identici, risultato della
riproduzione asessuata di un unico
organismo. |
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Sarago fasciato
(Diplodus vulgaris)
Insieme al maggiore, al pizzuto e al
faraone, il sarago fasciato è
co-munissimo in tutti i mari italiani,
presente lì dove esistono anfratti o
grotte dove trovare riparo. I giovani
vivono in gruppi mentre gli adulti
tendono ad isolarsi. Si nutre di
molluschi, crostacei ed echinodermi. |
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Scorfano
(Scorpaena scrofa)
Dotato di un magnifico mimetismo, cui
contribuiscono le numerose escrescenze
carnose, lo scorfano è un pesce di
ambiente roccioso. Le spine della
pinna dorsale sono collegate
internamente con una ghiandola
velenifera ed infliggono ferite
dolorosissime. |
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Seppia
(Sepia officinalis)
Specie tipica dei fondali sabbiosi,
dove si interra per nascondersi, si
può rinvenire anche fra gli scogli. Il
suo straordinario mimetismo è dovuto
alla presenza di cellule particolari,
i cromatofori, che contengono pigmenti
colorati. Se infastidita lancia nubi
d'inchiostro. |
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Spugna dello spondilo
(Crambe crambe)
Spugna incrostante molto comune,
riveste gli scogli sin dai primissimi
metri di profondità. Vive
preferibilmente in penombra, sulle
pareti delle grotte o nelle cavità,
filtrando l'acqua che inala dai
minuscoli pori ed espelle dai fori più
grandi, chiamati osculi. |
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Stella
(Ophdiaster ophidianus)
E' una vorace predatrice di molluschi
bivalvi: dopo aver aperto leggermente
le valve, la stella estroflette lo
stomaco e digerisce la preda
direttamente nella sua conchiglia. Le
stelle sono capaci di autoamputare le
braccia e originare da ciascuna un
individuo completo. |
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Triglia di scoglio
(Mullus surmuletus)
La sera si aggira in pattuglie di
cinque/sei individui a caccia di
molluschi e crostacei che individua
grazie ai sensibilissimi barbigli
biancastri. Vive sui fondali rocciosi,
mentre la specie barbatus si rinviene
sulle distese sabbiose. |